Divieto per i comuni di aumentare tributi ed addizionali rispetto al 2015: i chiarimenti in una recente risoluzione del Dipartimento finanze.
La Legge di stabilità per il 2016, in linea generale, ha introdotto il divieto per i Comuni (e regioni) di non aumentare i tributi e relative addizionali.
In particolare, ha previsto:
Con risoluzione n. 2/DF del 22 marzo 2016 il Dipartimento delle finanze, in virtù dei citati divieti, ha fornito alcuni chiarimenti sulla gestione di tale vincolo, che possono essere così riepilogati:
– il comune non può né incrementare le aliquote di tributi e addizionali già esistenti nel 2015, né introdurre nuove forme impositive, né eliminare fattispecie di esenzione/agevolazione;
– la maggiorazione TASI (fino allo 0,8 per mille) può essere applicata dai comuni (con espressa deliberazione) anche per il 2016 nella stessa misura prevista per il 2015 e limitatamente agli immobili non esentati.
Ad esempio:
Per completare il quadro delle possibili manovre sulle aliquote, è bene ricordare che le aliquote IMU e TASI sono sottoposte ai seguenti limiti:
Quindi, a titolo esemplificativo, l’aliquota TASI per il 2016 sugli immobili produttivi potrà oscillare tra lo 0 ed il 3,3 per mille (l’aliquota, comunque, non può superare quella deliberata per il 2015), fermo restando sempre il vincolo per effetto del quale su tale categoria di immobili la somma dell’aliquota TASI ed IMU non potrà superare il 10,6 per mille (elevabile all’11,4 per mille se per il 2015 era prevista la maggiorazione).
Fonte: Informa Impresa - Confartigianato Vicenza